Da oltre un anno e mezzo, in Italia, termini come sanificazione degli ambienti interni o misure anti COVID-19 sono entrati nel vocabolario quotidiano.
La normativa in materia si è evoluta insieme alla situazione sanitaria e si sono sempre più precisati anche i protocolli che la legge stabilisce per sanificare gli ambienti chiusi.
Abbiamo quindi deciso di riassumere in una breve guida le tecniche di sanificazione ambientale idonee e raccomandate per contrastare il Sars-CoV-2.
Perché è importante sanificare gli ambienti interni per evitare la diffusione del COVID?
Innanzitutto, è bene ricordare che la diffusione del virus Sars-Cov-2 avviene sia attraverso via aerea che tramite il contatto.
Nel primo caso le droplet, le goccioline che tutti emettiamo anche solo respirando, vengono inalate, nel secondo si depositano direttamente su bocca, naso e occhi, oppure vengono trasferite alle mucose tramite il contatto con superfici contaminate.
È chiaro, quindi, come una procedura di sanificazione efficace, debba prendere in considerazione entrambe le eventualità, soprattutto negli ambienti chiusi e maggiormente in quelli in cui convivono più persone.
Per imprese, esercizi commerciali e servizi, infatti, l’emergenza COVID-19 ha reso le pratiche di sanificazione, eseguite in ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute, parte integrante dell’attuazione delle misure in materia della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro.
La sanificazione COVID-19 per gli interni: protocollo e regole
Nel Protocollo generale COVID, aggiornato ad aprile 2021, si stabilisce chiaramente che ogni azienda è tenuta a garantire pulizia e sanificazione periodica di tutti gli ambienti e locali, delle postazioni e di ogni attrezzatura da lavoro in ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.
Se, da un lato, la Circolare del Ministero definisce quali imprese possano effettuare una sanificazione certificata, le misure organizzative da mettere in atto per arginare la diffusione del virus ed esplicita delle linee guida da rispettare durante lo svolgimento della procedura di sanificazione in ambiente chiuso, l’ISS dettaglia metodi e prodotti specifici per arginare la diffusione del Sars-Cov2.
Le tecniche individuate come specificamente adeguate a ridurre il rischio di esposizione al COVID-19 sono quelle cosiddette a umido attuate attraverso l’utilizzo, ad esempio, di ozono e perossido d’idrogeno, poiché evitano di disperdere polvere negli ambienti.
Gli interventi specifici sono costituiti da tre fasi distinte: quella di pulizia e disinfezione a cui si aggiunge a completamento la sanificazione con prodotti appositi PMC o attraverso la nebulizzazione di biocidi.
La procedura di sanificazione certificata C.Lean Care
C.Lean Care non solo può attuare e certificare gli interventi definiti dalle norme, ma anche studiare insieme ai propri clienti un protocollo di sanificazione per supportare le aziende nel mantenimento degli ottimali livelli di igiene e sicurezza contro la diffusione del COVID-19.
Sia nel caso di procedure di disinfezione e sanificazione che in quello della nebulizzazione, in più, non sarà necessaria alcuna sospensione delle attività lavorative. Anche in caso di nebulizzazione di biocidi, infatti, basterà che il personale non sia presente nell’area da trattare per un tempo adeguato a completare le operazioni.
Dopo aver provveduto alla pulizia e alla disinfezione degli ambienti, i nostri operatori protetti a norma di legge da mascherine FFP2 o FFP3 e camici monouso, provvederanno a nebulizzare il locale con sostanze virucide, a sigillarlo per far sì che possano agire su ogni superficie e, infine, ad arearlo.
Ogni fase di questo processo viene documentata con fotografie a riprova del lavoro svolto che andranno a integrare la relazione tecnica e la certificazione di avvenuta sanificazione anti COVID-19.
L’attenzione alle tematiche ambientali e antispreco che caratterizza tutti i servizi C.Lean Care viene rispettata anche nel caso di una procedura così delicata come la sanificazione.
Utilizziamo infatti atomizzatori tecnologicamente avanzati ad alta efficienza energetica, riduciamo al minimo l’utilizzo di materiali monouso, che stocchiamo e smaltiamo a norma di legge come rifiuti speciali infetti, privilegiando ove possibile dispositivi riutilizzabili.
* circolare del Ministero della salute n. 17644 del 22 maggio 2020